Ci vuole organizzazione e palo santo


Diario di una maniaca
della pianificazione, tra rituali scaramantici, ciò che dice Paolo Fox ed una spolverata di religione.

 

Ho sempre avuto la maniacale abitudine di arrivare preparata a qualsiasi evento della mia vita. Studio l’abbigliamento, il tragitto da fare per arrivare in un determinato luogo, il mezzo più conveniente, le scarpe più consone ma anche quelle più comode. Organizzo mentalmente la giornata e calcolo i tempi per dedicare ad ogni impegno l’adeguata preparazione.

Negli anni ho capito che se devo uscire la sera ho bisogno di 30 minuti per prepararmi, se invece devo uscire il pomeriggio o la mattina me ne bastano 20.

La scaletta di preparazione è sempre la solita e cercherò di schematizzarla di seguito: lavaggio denti, scelta abbigliamento, applicazione lenti a contatto, stesura fondotinta, sistemazione capelli, trucco occhi, vestizione, preparazione borsa, scelta scarpe e nell’ultimo periodo, anche abbinamento mascherina. Poi esco: faccio la prima rampa di scale e puntualmente torno indietro per controllare se ho chiuso bene la porta.

Questo discorso però non vale quando mi devo lavare i capelli: in questo caso la preparazione ha tutta un’altra sequenza perché il lavaggio capelli è un rituale che in caso di eventi particolari, non ammette errori.

I capelli prendono sempre più tempo ed è innegabile che l’organizzazione della settimana vada in base al lavaggio testa. Questa però, va detto, è una questione tutta femminile che scandisce il tempo più dell’orologio biologico.

È inutile negarlo, organizziamo cene e pranzi con gli amici in base al lavaggio dei capelli anche se poi il crudele destino ci premia sempre con una bella piega ed un capello voluminoso, quando dobbiamo restare a casa.

La volta in cui invece decidiamo di uscire con i capelli unti e legati, incontriamo sempre: la vicina per le scale, l’ex per strada, qualcuno di famoso al quale vorresti tanto chiedere la foto ma hai capelli sporchi e quindi non lo fai e, perché no, anche la vecchia compagna di scuola che saluti per gentilezza ma per la quale non hai mai nutrito una grande simpatia, anzi in alcuni casi l'hai anche profondamente invidiata perché lei arrivava in classe la mattina sempre con i capelli perfetti.

Quando sono invitata ad un evento in particolare, mi preparo anche psicologicamente: se ad esempio devo andare ad una festa di laurea penso a cosa dire al festeggiato o agli argomenti da proporre in un’eventuale conversazione con altri invitati. Confesso inoltre che se l’evento è particolarmente importante (come lo può essere una laurea) vado anche a sbirciare il profilo Instagram degli altri invitati che non conosco ma che so che saranno presenti, magari grazie ai famosi gruppi whatsapp in cui vengono raccolti i soldi del regalo. Memorizzo i gusti e le passioni raccontate sui social, per improvvisare conversazioni in realtà calcolate che possono creare interesse ed empatia, così giusto per risultare simpatica senza rischiare di rimanere isolata.

Ecco questa mia predisposizione all’organizzazione degli eventi della mia vita, mi ha sempre accompagnata ma nell’ultimo periodo forse domina il mio vivere di più rispetto al passato.

Attribuisco questa mia aspirazione alla perfezione organizzativa al mio segno zodiacale e cerco sempre conferme nell’oroscopo a queste mie ossessioni.

Ma credo forse che sia solo questione di crescita. È vero che sono bilancia e che Paolo Fox mi descrive sempre come un amante della perfezione, della bellezza, dell’equilibrio e dell’organizzazione ma è innegabile che tutta questa mia apprensione per la pianificazione sia frutto di una maturità (per non dire vecchiaia) che avanza.

Per questo, ed altri aspetti della mia vita, sfrutto l’oroscopo un po’ come la religione. Mi appello al trascendentale solo quando non ho una spiegazione scientifica da attribuire alle cose che mi capitano.

Sono in regola con tutti i sacramenti, ho perfino la cresima (che quella fa sempre comodo farla, un po’ come la patente) ma faccio ancora un po’ fatica a credere alla storia della Madonna che è rimasta incinta da sola e ripenso a questa cosa ogni mese quando mi viene il ciclo. Nonostante questo scetticismo però ho l’innata abitudine di rivolgere lo guardo al cielo se mi capita qualcosa di sensazionale e uso esclamazioni riconducibili alla religione in casi di particolare suspense o stupore. Ad esempio quando ho finito l’ultimo esame dell’università ho esclamato in un toscano liberatorio: 

oh! se Dio vole’ anche questa s’è fatta” 

ma non penso che Dio fosse lì con me mentre sudavo sopra i libri ad agosto e non è neanche corretto sminuire tutto l’impegno che ho messo per studiare quest’estate, attribuendo il buon esito dell’esame a Dio. Per carità, sempre sia lodato ma secondo me non ne sa molto di comunicazione politica, sarebbe veramente un controsenso.

Stessa cosa vale per l’oroscopo, lo guardo solo quando ho bisogno e ci credo solo se quello che dice Paolo Fox mi piace. Ad esempio se devo fare qualcosa di importante e leggo che questa settimana Venere sarà favorevole alla bilancia, all’oroscopo ci credo. Invece se mi prospetta un periodo catastrofico faccio riemergere tutta la mia razionalità e mi convinco di non crederci, professandomi donna di scienza.

Infine vanno menzionati tutti i rituali scaramantici ai quali non riesco a rinunciare. Non sono una di quelle persone che non attraversa la strada se passa un gatto nero, anzi è più facile che mi fermi ad accarezzarlo, parto tranquillamente di martedì e di venerdì anche se è 17 e non temo neanche spiacevoli inconvenienti se mi ritrovo in una tavolata di 13 persone (perché sono convinta che Gesù, se potesse tornare indietro, non guarderebbe al numero degli invitati quanto all’elenco dei nomi e ad al posto di Giuda ci avrebbe messo volentieri la Maddalena).

Agli esami dell’università però ho sempre portato una sciarpa viola e l’ho sempre tenuta stretta nei momenti di agitazione, ho poi indossato ogni volta dei calzini brillanti e delle mutande rosse, convinta che potessero portare fortuna come a capodanno. Invece prima di partire per un lungo viaggio, saluto sempre la mia casa, ci parlo e la tranquillizza dicendole che tornerò presto. Altro rituale al quale non rinuncio negli ultimi anni, coinvolge il mio compleanno.

Sono un po’ reticente all’organizzazione di grandi feste e all’ambizione di ricevere regali da parenti amici, perché mi turba che qualcuno spenda dei soldi per celebrare il mio invecchiamento. Piuttosto ogni anno mi faccio un regalo da sola, una cosa semplice ma che possa farmi stare bene. Magari mi compro un libro, mi regalo un pomeriggio di ozio in giro per la città, oppure mi faccio una maschera o dei fanghi alle gambe.

Ecco sabato compio 24 anni ma il giorno prima ho una festa di laurea e prima di tutto questo devo anche inviare il primo capitolo della tesi alla mia relatrice. Poi devo trovare anche il tempo per fare la valigia perché torno in Toscana dai miei qualche giorno e inoltre in quei giorni verrà in città anche un’amica che mi manca tantissimo e che non vedo l’ora di vedere. Tutto questo mi impone di pianificare il lavaggio capelli e gli outfit già da oggi, per non incorrere nell'ansia da improvvisazione.

Per fortuna però quest’anno mi sono regalata il palo santo che non so a quale religione si possa attribuire e non credo abbia niente a che fare con L’oroscopo ma da qualche giorno ogni mattina accendo quel pezzetto di legno, costato circa 10 € e cammino per casa convinta che questo gesto possa migliorare le mie giornate. 


Sono arrivata alla conclusione quindi che non c’è religione, scaramanzia, pianificazione o oroscopo che tenga, è tutta questione di tempo. La percezione che gli anni stiano passando mi impone organizzazione per non sprecare nessun attimo di felicità o rischiare di collezionare cattivi ricordi. Ho solo 24 anni, è vero, ma Gesù ci insegna che basta un invitato sbagliato per non arrivare alla pensione.


 

 

Ps. Se ti piacciono i miei pezzi e non vuoi perdere gli aggiornamenti del blog, ISCRIVITI alla newsletter targata camillastaicalma.

Commenti

Post più popolari